L’Album di Auschwitz: come i nazisti fotografavano i loro crimini?

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Venerdì 4 aprile, gli studenti del primo e dell’ultimo anno del corso HGGSP hanno incontrato Tal Bruttmann, storico specialista della Shoah e dell’antisemitismo, per discutere del suo libro intitolato L’album di Auschwitz.
Tra la metà di maggio e l’inizio di luglio 1944, centinaia di migliaia di ebrei ungheresi furono deportati ad Auschwitz-Birkenau. Per dimostrare ai propri superiori la “buona riuscita” di questa vasta operazione logistica, alcuni membri delle SS fotografarono le diverse tappe che conducevano dall’arrivo dei convogli fino alla soglia delle camere a gas, oppure al campo, per la minoranza che sfuggiva alla morte immediata.
Queste fotografie, conosciute con il nome di Album di Auschwitz, furono ritrovate da una sopravvissuta, Lili Jacob, al momento della liberazione dei campi.
Oltre all’orrore che documentano, queste immagini restano tuttavia poco conosciute e di difficile interpretazione. Perché fu realizzato questo album, e quando? Come fu costituito? Cosa si può vedere — o non vedere — in queste fotografie?
Ricostruendo con rigore e precisione le tappe della sua indagine, Tal Bruttmann ha permesso agli studenti di comprendere l’importanza della riflessione sull’uso delle immagini e della fotografia: la loro potenziale violenza, ma anche la loro forza come testimonianza e prova per lo storico.
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