La nostra scuola
Il Liceo Chateaubriand di Roma è un istituto scolastico francese facente parte dell’AEFE (Agenzia per l'insegnamento francese all'estero), la quale accoglie 330.000 studenti in 494 istituti scolastici distribuiti in 135 paesi. Vi si applica quindi il sistema di istruzione nazionale francese; non è un istituto bilingue, anche se fornisce un insegnamento in italiano di alto livello (sia per quanto riguarda la letteratura che per quanto riguarda la lingua).
Sviluppato su tre siti, Strohl-Fern, Malpighi e Patrizi, l'istituto accoglie 1.500 studenti, dalla scuola dell’infanzia fino alla Terminale (equivalente quinto anno del Liceo).
Il sito di Strohl-Fern, situato nei giardini di Villa Borghese, accoglie alunni della scuola primaria e delle medie fino alla Quatrième (equivalente della terza media). A partire dalla Troisième (primo liceo) fino alla Terminale, gli alunni frequentano le lezioni nei pressi di Porta Pia.
Creato nel 1903, il Liceo Chateaubriand, ora sotto gestione diretta (EGD), conta circa 800 alunni della scuola primaria, e 700 alunni della scuola secondaria ripartiti in 4 divisioni per livello. La scuola offre le filiere L (letterario), S (Scientifico) e ES (Socio-Economico) nella filiera classica, poi Esabac (doppio diploma francese e italiano) e la Sezione Europea in inglese. Gli ottimi risultati ottenuti assai frequentemente ogni anno al Baccalauréat permettono agli studenti di ben instradarsi verso il proseguimento degli studi scelti, anche i più selettivi.
Il corpo studenti è composto per il 45% da alunni italiani, per il 25% da alunni franco-italiani, per il 20% da alunni francesi, e da un rimanente 10% formato da alunni di una quarantina di diverse nazionalità. Questa diversità genera un dinamismo e uno spirito d’apertura che si ripercuotono su tutta la comunità, e le molte iniziative intraprese rafforzano l'influenza della nostra cultura al di là delle frontiere nazionali.
Storia
La scuola di Chateaubriand è stata fondata agli inizi del XX secolo su impulso dell'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede da Charles Dumaz, all’epoca maestro di cappella della chiesa di San Luigi dei Francesi. L'obiettivo era quello di "dare accesso agli studi della scuola secondaria, secondo i metodi e i programmi delle scuole superiori e delle scuole medie in Francia, ai figli delle famiglie francesi o straniere che vivevano o erano di passaggio a Roma".
La prima lezione si tenne il 3 Novembre 1903 in un appartamento in affitto, al numero 20 di Via Sistina. All’epoca, la scuola contava dieci alunni: tre francesi, tre svizzeri, due romeni e due americani. L'anno successivo si aggiunsero nuovi francesi, tre russi e due brasiliani. Gli italiani non erano ammessi poiché il governo italiano dell’epoca si era opposto. All’inizio, le lezioni erano impartite da Mgr.Dumaz e da un insegnante laureato, redattore presso l'Istituto Internazionale di Agricoltura (dal quale trasse poi origine la F.A.O.); i residenti della Villa Medici e gli studenti dell’École française di Roma fornivano all’occorrenza il loro contributo, soprattutto in occasione degli esami.
Nel 1907 la scuola si trasferì al 115 di Via della Scrofa, in un appartamento più grande e più vicino al nuovo alloggio di servizio di Mgr. Dumaz a Saint-Nicolas-des-Lorrains. Gli alunni della scuola raggiunsero la cinquantina alla fine della prima guerra mondiale, e il successo dell’istituto continuò ad aumentare. Dal 1920, lo Stato francese concesse un’assistenza diretta e sempre più marcata "alla scuola secondaria francese Chateaubriand ". Professori abilitati cominciarono ad esservi distaccati dal Ministero dell’Istruzione Pubblica e fu concessa una sovvenzione. Diventò quindi necessario cercare una sede più spaziosa.
Dopo un insediamento temporaneo (un trimestre) a Via Giulia presso il Palazzo Ricci Paracciani, la scuola si stabilì definitivamente, nel mese di ottobre 1920, in una villa inizialmente in affitto, poi acquisita nel 1921, in Via di Villa Patrizi, che fu inizialmente condivisa con tre servizi francesi dell'Ambasciata di Francia. La scuola successivamente prese il nome di Liceo e Mgr. Dumaz diventò preside de facto, posizione che mantenne fino alla sua morte nel luglio 1929.
L'edificio in Via di Villa Patrizi accolse tutti gli alunni, dalla Onzième (equivalente della scuola materna) alla Terminale, fino al 1958. Dato l'incremento delle richieste di iscrizione, il Ministero francese degli Affari Esteri decise di trasferire gradualmente alcune classi a Villa Strohl-Fern, che era stata lasciata in eredità alla Francia una trentina di anni prima. Il terreno di Villa Strohl-Fern, che si estende su quasi 8 ettari, faceva parte della Villa Borghese.
Il trasferimento di una parte del Liceo a Villa Strohl-Fern fu il preludio alla creazione di un progetto che prevedeva un Liceo per 1.500 studenti nel parco della villa. Purtroppo, tale progetto non poté avverarsi a causa di difficoltà con il Comune di Roma, il che spiega la configurazione attuale del Liceo.
Il costante aumento del numero di alunni e la conseguente necessità di una nuova sede più moderna hanno portato in seguito il governo francese ad acquisire un nuovo edificio per il Liceo alla fine del 1980. Tale edificio ospitava all’epoca una scuola privata gestita dalla Congregazione Chanoinesses di S. Agostino.
Biografia di François-René de Chateaubriand
François-René, visconte di Chateaubriand (Saint-Malo, 4 settembre 1768 - Parigi, 4 luglio, 1848) è stato uno scrittore e politico francese.
Nato da una famiglia nobile radicata a Saint-Malo, dopo aver perso la madre molto giovane trascorse un'infanzia spesso cupa nel castello di Combourg in Bretagna.
Influenzato da Corneille e segnato da Rousseau, fuggì la rivoluzione francese con un viaggio negli Stati Uniti d'America ed un difficile esilio a Londra. Con il “Saggio sulle rivoluzioni” (1797) si dedicò alle lettere. Tornato in Francia nel 1800, acquisì la fama grazie alla pubblicazione del Genio del Cristianesimo nel 1802.
Venne nominato segretario a Roma, poi ministro nel Vallese da Napoleone Bonaparte, ma disgustato dall’assassinio del duca d'Enghien si dimise e passò all’opposizione. Nel 1811 venne eletto all'Accademia di Francia.
Nel 1814, Chateaubriand fu nominato Ambasciatore di Francia in Svezia. L'anno successivo fu nominato Lord. Nel 1821 divenne ambasciatore a Berlino, l'anno successivo a Londra (dove il suo cuoco inventò la ricetta della pietanza di carne che porta il suo nome) e a Roma, poi fu ministro degli Affari Esteri nel 1822. Partecipò all'avventura spagnola con la presa di Cadice nel 1823.
Chateaubriand inventò nella letteratura francese il Romanticismo, il movimento del quale Goethe in Germania e Lord Byron in Gran Bretagna furono contemporanei.
Mentre si riuniva attorno a lui la gioventù romantica e liberale, si dedicò a completare le sue Memorie d'Oltretomba, vasto progetto autobiografico che si sviluppa su quarant' anni, la cui pubblicazione iniziò solo dopo la sua morte.
Affascinò i suoi coetanei con storie finemente cesellate sui nuovi territori delle Americhe e ottenne un successo clamoroso in libreria con il suo Genio del Cristianesimo pubblicato in concomitanza con il Concordato in un clima di rinascita religiosa che Bonaparte favoriva, non senza secondi fini politici.
Fu “il Seduttore”, prima per sua sorella Lucile (si riflette nel René il loro amore castamente incestuoso), poi per Delphine de Custine, Nathalie de Noailles, Claire de Duras, probabilmente anche per Celeste che sposò abbastanza distrattamente, ma soprattutto per Juliette Récamier, che fu la sua amante più cara.
Come richiesto nel suo testamento, fu sepolto in una tomba situata di fronte al mare sull'isola di Grand-Bé cui si accede a piedi da Saint-Malo, quando il mare si ritira.
Bibliografia
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Saggio sulle rivoluzioni (1797)
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Atala (1801)
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René (1802)
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Il Genio del Cristianesimo (1802)
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I martiri (1804)
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Itinerario da Parigi a Gerusalemme (1811)
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Di Bonaparte e dei Borboni (1814)
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I Natchez (1826)
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Vita di Rancé (1844)
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Memorie d'oltretomba, postume (1848)
Lettera di Edmonde Charles-Roux
Signor Ambasciatore, Signore, Signori, cari alunni,
Tra me e il liceo Chateaubriand c'è una lunga storia, fatta di riconoscimento, ammirazione per gli insegnanti che ho avuto, affetto, amicizia anche tra i veterani e quindi è quasi la storia di una famiglia.
Così ho scelto di iniziare il mio intervento citando le stesse parole pronunciate qui da mio padre, durante un discorso di premiazione. Mio padre, durante la sua carriera diplomatica, ha vissuto due lunghi soggiorni a Roma, presso il Palazzo Farnese in un primo momento, poi come Ambasciatore presso la Santa Sede.
In tutto, circa 14 anni di presenza a Roma. Durante la sua prima permanenza, prima della mia nascita, si era impegnato per agevolare la trasformazione di quella che all’epoca era ancora una modesta scuola privata per maschi, per farla divenire un Liceo Statale che molto presto sarebbe diventato misto. Ecco quindi quanto diceva al suo giovane pubblico, e cito "Un giorno diventerete ex alunni di Chateaubriand...sappiate dunque che il vostro preside è stato uno degli uomini più orgogliosi del mondo".
Mi asterrò dal consigliarvi di imitarlo in questo. Tuttavia, non vi posso nascondere che sarei felice se incontrando alcuni di voi da queste parti o in altre, sentirò una punta di orgoglio per il modo in cui mi direte: "Ex di Chateaubriand"; non ci vedrei un peccato di vanità, sappiatelo, ma solo un segno dei bei ricordi scolastici, di un giusto riconoscimento per l'insegnamento ricevuto e, infine, di questa simpatia per i metodi di studio francesi che abbiamo voluto suscitare nelle vostre menti e nei vostri cuori. "
Per riprendere alcune parole di questo discorso e accennare a qualche bel ricordo scolastico, iniziamo così:
Sono arrivata al Lycée Chateaubriand intorno al 1931 o 1932. Non ero mai stata a scuola. Non c'era una scuola francese a Praga, da dove venivo. Governanti e precettori erano stati in grado di insegnarmi più o meno (molto approssimativamente) quanto bisognava sapere per entrare in 6ème. La scelta fatta da mio padre "di inviare sua figlia al Liceo misto" non aveva mancato di stupire. Nonostante fosse Ambasciatore presso la Santa Sede, e anche se era pianificato da tempo di mandarmi dalle Suore di Santa Caterina d'Alessandria in via Torino, come era avvenuto per Gilberte Male, figlia del famoso Emile Male dell'Accademia di Francia, mio padre mi stava inserendo in un istituto Statale, per giunta misto. Lodevole decisione. Non l’ho mai rimpianto.
Ubicato dal 1921 in Via di Villa Patrizi, 10 anni dopo, il Liceo Chateaubriand, nel momento in cui sono arrivai, era divenuto un'assai sconcertante Babele. Gli studenti erano di 18 diverse nazionalità. Fu cosi fin dai primi tempi dell’esistenza del Liceo e così continuò fino ai tristi eventi del 1940 e la chiusura del liceo per tutta la durata della guerra. Sarebbe tornato ad esserlo di nuovo dopo la riapertura, quando gli alunni francesi erano a volte in minoranza. Teniamo presente tra l'altro un punto in comune sorprendente tra il Liceo Chateaubriand di Roma e la Legione Straniera. Il reclutamento degli alunni, come quello dei legionari, era spesso il riflesso, o (se si preferisce) il risultato degli sconvolgimenti politici dovuti alle rivoluzioni, ai colpi di stato, alle azioni terroristiche foriere del naufragio degli imperi.
All'epoca della mia scoperta del Liceo Chateaubriand, c'era nell'aria una netta dominante slava. Si arrotolatavano piacevolmente le “r”. Le amiche e gli amici con cui facevo conoscenza si chiamavano Jeanne Volkoff (bulgara), Nathalie Evseef (russa) Varia e Nikita Haltzeff (russi), Vladimir Mascianovitch, Rachic e Pachic, tutti jugoslavi, senza dimenticare le bellissime e bionde fanciulle Volkonskij e Scherbatoff. Ma non è tutto. Perché due importanti membri dell'amministrazione scolastica arrotolavano le “r” anche loro. Si trattava della Signora Evseef, madre di Nathalie alunna al liceo, segretaria di Direzione, e del supervisore degli studi, l’altamente rispettato Mr. Zdrolevsky, ex ufficiale della Guardia dello Zar con i baffi rossi e dal nome memorabile.
Si chaimava Avenir (Futuro) ... Avenir de Zdrolevsky. Impartiva privatamente lezioni di equitazione agli studenti che lo richiedevano.
Quando “i piccoli” principianti riuscivano infine a saltare un ostacolo, Monsieur de Zdrolevsky consegnava loro solennemente il loro primo scudiscio, mentre i grandi –per lo meno quelli che promettevano di diventare un giorno veri e propri cavalieri – ricevevano, non meno solennemente, i loro primi speroni. Per quanto riguarda la cara signora Evseef era molto amata, anche lei, nonostante i suoi principi sull’educazione delle ragazze che erano ancora quelli che applicava alle alunne di Smolnyi, la scuola per ragazze della nobiltà di San Pietroburgo prima della rivoluzione di ottobre. Sorvegliava le ragazze molto da vicino, disapprovando le acconciature "appariscenti", vietando il rossetto e allertando i genitori, quando un ragazzo si presentava troppo regolarmente per aspettare la loro figlia all’uscita.
La guerra, trasformando le mentalità, avrebbe messo fine a questi modi di essere di un'altra epoca, ma non alla sorveglianza della signora Evseef, la quale, presente al liceo Chateaubriand dal 1932, riacquistò la sua posizione dopo la guerra. L’ho rivista molti anni dopo. Faceva la conta dei suoi alunni e alunne scomparsi, persi, forse uccisi. La sento ancora dire con la sua voce dolce "La guerra ha cambiato tutto. Cambio mondo per la seconda volta. Dobbiamo imparare la lezione...”
Ex studenti ed ex insegnanti del Liceo Chateaubriand hanno dato belle lezioni di coraggio ai loro coetanei e in molti diversi campi. Elencarveli tutti sarebbe troppo lungo. Voglio citare solo quelli, francesi o stranieri, che hanno dato la loro vita per la difesa, la liberazione del territorio o per la ricostruzione di un nuovo mondo.
C’è André Lassagne che fu professore di italiano a Chateaubriand nel 1938. Partigiano, fu arrestato dalla Gestapo a Calluire, lo stesso luogo in cui fu arrestato Jean Moulin. Deportato, Lassagne tornò dal campo in condizioni terribili. Morì in seguito alla sua deportazione.
Infine, devo menzionare in modo speciale un vero eroe, ex insegnante di scienze al Liceo Chateaubriand tra il 1937 e il 1939. Il suo nome? Daniel Trocmé, nato nel 1912. Era protestante. Ecco in poche parole quello che fu il breve destino di questo martire, innamorato della libertà e della giustizia, come raccontato da suo fratello maggiore, il dottor Charles Trocmé.
Dopo aver lasciato Roma, avendo ingoiato il boccone amaro della sconfitta, l'occupazione diventò spietata. Daniel Trocmé assunse nel 1942 la gestione di una casa di accoglienza per i figli degli esuli. La casa era situata in un villaggio isolato nella Haute Loire. Si trovava per l’esattezza a Chambon sur Lignon. Un luogo diventato in seguito meta di pellegrinaggio, un luogo della memoria. Daniel intraprese questo cammino in piena consapevolezza e su richiesta di suo cugino, André Trocmé, Pastore del Chambon. Ospitava una ventina di ragazzi di diverse provenienze: ebrei, figli di spagnoli, cechi, polacchi, un inglese, due francesi, due piccoli orfani. Poi, oltre a questo incarico, Daniel Trocmé prese in gestione una piccola casa vicina che serviva da rifugio a 16 studenti stranieri.
Nel giugno del 1943, Daniel Trocmé venne arrestato durante un raid della Gestapo.
Fu portato via insieme a tutti gli studenti e imprigionato a Moulins dove i suoi genitori sconvolti cercarono invano di vederlo. Alla fine dell'agosto 1943, fu mandato al campo di Compiègne. Da lì fu deportato a Buchenwald, e poi trasferito al campo di sterminio particolarmente spietato di Dora, nelle miniere di sale.
Trasferito in seguito al campo di sterminio di Maidanek, vi morì nell'aprile del 1944. Aveva 32 anni e il suo nome è inciso sulla targa superiore di Yad Vaschem. Daniel Trocmé compare quindi tra i Giusti in questo luogo tragico e commemorativo costruito vicino a Gerusalemme.
Che cosa possiamo trarre da questi esempi? Ebbene, che è necessario sapere sfruttare pienamente la straordinaria opportunità che hanno i ragazzi della vostra generazione, cari studenti, di essere cresciuti e di essere stati studenti in tempo di pace, di poter entrare presto nella vita attiva, e di prendere il vostro posto nel mondo senza aver vissuto la guerra e l'Europa straziata che quelli della mia generazione hanno conosciuto.
Questo non significa che vivrete senza difficoltà. In questo mondo in pace, il bene più prezioso, la vostra carta vincente sarà la vostra cultura. L’Europa della cultura rimane da fare. Sarà probabilmente l'avventura più esaltante e più audace che vi sarà offerta nel secolo che state per vivere.
Questo secolo apparterrà a quelli di voi che parleranno il più grande numero di lingue straniere e che le parleranno nel modo migliore. Tra le quali compare in primo luogo la lingua francese. Amatela, e vi farà felici. Lo scrittore che è in me ve lo garantisce. Flessibile, vivace, precisa, morbida e forte allo stesso tempo, anche impegnativa, la lingua francese vi darà così tanto che diventerà impossibile farne a meno. A questo punto, vi sentirete sopraffatti dal desiderio di difendere questa lingua, e di lottare affinché la sua posizione sia ancora e per sempre la prima.
E così, è ora giunto il momento di dirvi "Adesso tocca a voi...buona fortuna!"
E. Charles-Roux